Aiutiamo i figli a diventare autonomi

Il bisogno d’amore e di appartenenza si riferisce ai bisogni elementari di sopravvivenza, essi devono essere soddisfatti in ogni momento del giorno della loro vita, tuttavia salendo nella scala, anche i bisogni più elevati sono ugualmente importanti per la sopravvivenza dei bambini.

È indispensabile essi sappiano chi si prende cura di loro, che si abbia a cuore l’interesse personale di ognuno di loro, che siano desiderati e tenuti in considerazione.
Hanno bisogno di sentire profondamente dentro di sé, di essere educati a diventare tutto ciò che possono diventare. Quando i bambini escono dall’infanzia, il bisogno di essere toccati e tenuti in braccio non diminuisce, cambia solo la forma.
I figli hanno ancora bisogno di sentirsi amati. È importante nel corso della loro vita ricevano una gran quantità di affetto, nel rapporto giornaliero con noi, con frasi ad esempio, come “Ti voglio bene”, “Sei magnifica” e “Sei in gamba”.
Più amore diamo ai nostri figli, più li aiutiamo a essere loro stessi veicolo d’amore. Ovviamente, più amore hanno dentro di sé, più saranno capaci di darne.
La disciplina interiore è una qualità e i bambini devono imparare a esercitarla su se stessi, per la ricompensa interiore che ne deriva. Fondamentalmente rimarranno indisciplinati per tutta la vita, se vivono la disciplina come imposizione autoritaria. Spesso anche i genitori seguono la stessa impostazione, in tal modo  i bambini vengono meno a quelle motivazioni interiori per sviluppare l’autodisciplina. Se imparano a sfuggire alla disciplina perché è stata associata la punizione, allora appena lasciati soli si potrà vedere, come sfuggono.
Se facciamo leva sulla paura, il figlio giungerà a pensare: “Devo stare attento a non farmi vedere dalla mamma o papà, altrimenti mi sgriderà”.
Se invece imparano ad avere rispetto del loro corpo, eviteranno di prendere droghe quando noi non ci saremo, se sono liberi di fare le domande, se non hanno paura di raccontarci le loro esperienze, affronteranno la vita secondo una loro etica, allora avrà meno importanza, se noi saremo presenti o meno.
Certo i bambini hanno bisogno di una guida e di proibizioni nelle primissime età, ma sempre accompagnate da spiegazioni ragionevoli e soprattutto dall’assunto di adottare una loro disciplina, in quasi tutte le loro azioni.
Sono i ragionamenti e il comportamento, la condotta gli elementi presenti quando noi non siamo presenti a determinare il grado di autodisciplina raggiunto, non il loro comportamento quando sono controllati a vista.
Se nella loro coscienza si sarà formato un codice morale sicuro, si comporteranno da individui maturi e senza barriere, ma se a imporre le regole siamo noi, la loro condotta mirerà solo ad accontentarci.
Spieghiamo ad esempio ai figli perché è importante studiare, apprendere, perché ci sono regole da seguire e in seguito, quando maggiore sarà l’esigenza di disciplina, cercheranno dentro di sé la guida.
Bisogna educare i figli senza imporre la disciplina, ma guidandoli a interiorizzare un proprio codice di comportamento. Se adottano l’autodisciplina, non dovremo preoccuparci della loro condotta quando lasciano la stanza, il quartiere, la città o altro.
Sapremo che hanno imparato a consultare la loro voce interna, anziché appoggiarsi alle nostre indicazioni, temendo un intervento autoritario se le disattendono.
La fiducia in sé si misura sul comportamento, mentre il senso del proprio valore traspare nell’atteggiamento di fondo.

Insegnare al figlio nuovi comportamenti è la strada per costruire e alimentare la sua fiducia in sé. I fattori che concorrono a determinarla sono la disponibilità a rischiare, la capacità di sfidare se stessi, il coraggio e la determinazione.
La fiducia in sé si consolida agendo.
Non preoccupandoti, o pensandoci o parlandone, ma agendo. Se il figlio “è bloccato” o incapace di agire come vorrebbe è il caso che noi interveniamo.
La fiducia in sé non è una definizione assoluta, vi è o non vi è, ma si può dire che per un bambino, in certi casi c’è e in altri meno.
Quello che dobbiamo fare è estendere al massimo la loro fiducia ed incoraggiarli ad amare la sfida con se stessi, accettare di assumersi dei rischi, vincendo la paralizzante paura di sbagliare.
Trattiamo i nostri figli come se fossero quello che potenzialmente possono diventare, così li aiutiamo moltissimo ad accrescere la loro autostima di sé.
Ad esempio una volta ho sentito una madre che diceva al figlio, “Non avvicinarti all’acqua non sai nuotare!” oppure avrebbe potuto dire “Devi entrare in acqua se vuoi imparare a nuotare” e “Prova a mettere la testa nell’acqua e guarda cosa succede”.

Ricordiamo la fiducia si consolida agendo, più esperienza acquista un bambino in campi diversi, maggiore crescerà la sua fiducia in sé.
Un altro aspetto determinante è valutare il grado di fiducia in sé, che si basa sulla disponibilità ad agire, anziché a criticare.
È molto importante capire come i bambini si giudicano ed insegnarli ad avere un’immagine positiva di sé.
Evitiamo di correggerlo, di riprenderlo e di sottometterlo per dominarlo con la paura, dicendoci “Ho ragione io”. Per i genitori è molto importante aver ragione, ma se riduciamo i figli ad avere scarsa fiducia in sé, ci capiterà di avere spesso ragione, ma perché loro non vorranno provare e non avranno fiducia in sé.

Le sette regole per costruire la stima di sé dovrebbero essere:
1) Dobbiamo dimostrare rispetto di noi stessi; 2) Rispettiamo i figli, ogni figlio, nella sua individualità; 3) Un bambino non si identifica con le sue azioni. Valgono a prescindere dai risultati; 4) Provochiamo delle occasioni per abituarli alle responsabilità ed alle decisioni; 5) Trasmettiamo la gioia di vivere giorno dopo giorno; 6) La lode è più efficace della critica.

Diventiamo ciò che pensiamo di diventare, le nostre convinzioni determinano la nostra immagine e a sua volta determina i nostri sentimenti ed i nostri comportamenti.
Il senso di responsabilità porta a sostenerli nella loro indipendenza, fa loro capire che non sei spaventato dei loro progressi verso l’autonomia, e che se si allontanano da noi, non dovrebbero sentirsi in colpa. È una scelta naturale e sana.
Vivi i figli, nel presente.