Articolo da Tgcom 24, del 25 febbraio 2020

Essere genitori: sei passi per crescere figli felici e sicuri di sé

I consigli della psicoterapeuta per abituare i piccoli all’autonomia e all’autostima

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L’obiettivo del buon genitore è quello di crescere figli sereni e autonomi, in grado di staccarsi senza traumi, ma anche senza troppi indugi, dalla famiglia di origine per formarne una propria. L’adolescenza interminabile dei giovani italiani, descritti spesso come “bamboccioni”, è dovuta in parte a ragioni sociali ed economiche, ma in molti casi i giovani adulti che dopo i 25 anni restano ancora in casa con i genitori, soffrono in realtà di insicurezza. Ecco allora qualche passo utile che i genitori possono fare fin dalla prima infanzia dei loro bambini per crescere figli felici e capaci di essere autonomi. 

I consigli vengono dalla psicoterapeuta Monica Massa, specializzata in Emdr (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing), e con una lunga esperienza nell’attività clinica e come psicologa nella scuola pubblica. Si comincia dalla prima infanzia e si prosegue fino all’adolescenza, sempre con un occhio di attenzione al cuore e alle sue vere espressioni.

 

1 – Dal primo attimo di vita: dare e comunicare amore – E’ il primo passo per trasformare il bambino in un adulto sicuro di sé. Soddisfare il bisogno d’amore e di appartenenza dei figli in ogni momento costituisce i fondamenti delle certezze indispensabili per affacciarsi alla vita. Facciamo dunque “sentire” ai piccoli che papà e mamma si prendono cura di loro, che sono amati, desiderati e tenuti in considerazione. E’ importante accarezzarli, tenerli in braccio, dire liberamente “Ti voglio bene”, “Mi piace quello che fai”: in questo modo si costruisce nel tempo con fatti e parole un legame emotivo che fa sentire i piccoli sicuri di sé. Più amore diamo ai nostri figli, più amore avranno dentro di loro e saranno capaci di darne a sé e agli altri.

 

2 – Infanzia: le prime piccole prove – Permettiamo al bambino di affrontare le sue prime responsabilità, per abituarlo a badare a se stesso e a prendere decisioni. Più esperienza acquista in campi diversi, maggiore sarà la sua fiducia in sé. Ogni occasione è utile per lasciargli sperimentare i suoi limiti e insegnargli a superarli. Ad esempio, se il nostro bambino non sa nuotare, non diciamo “Non avvicinarti all’acqua perché non sai nuotare!” ma piuttosto: “Coraggio, entriamo in acqua per imparare a nuotare”. Come scrive D. Canfield Fisher: “Una madre non è una persona su cui appoggiarsi, ma una persona che aiuta a non aver bisogno di quell’appoggio”.

 

3 – Durante la crescita: innanzi tutto rispetto – Perché un bambino, e poi un ragazzo, impari ad avere stima di se stesso occorre che percepisca il rispetto dei suoi genitori. Mostriamo apprezzamento per il piccolo che accetta una sfida, indipendentemente dal risultato: si diventa ciò che si pensa di poter diventare, le nostre convinzioni determinano la nostra immagine che a sua volta genera i nostri sentimenti e i nostri comportamenti. Per questo sentirsi stimati aiuta a formarsi una buona idea di sé.

 

4 Adolescenza: è il momento della disciplina interiore – E’ questo il momento in cui si pongono le basi per trasformare il ragazzino in un adulto che rispetta le regole per propria convinzione interiore. L’autodisciplina è una capacità che i ragazzini devono imparare a esercitare su se stessi per la ricompensa interiore che ne deriva e non per imposizione esterna. I piccoli ricatti o le imposizioni non sono perciò costruttivi: se i ragazzini vivono la disciplina solo come intervento autoritario, infrangeranno le regole ad ogni occasione che si presenterà, mentre è necessario che  si formino un proprio codice morale autonomo. Insegniamo con le parole e l’esempio i “perché” della vita, non solo “che cosa” si deve o non si deve fare.

 

5 – Lasciamoli sbagliare: è così che si impara! – Spesso i genitori temono gli errori dei figli: li considerano come un proprio fallimento e come qualcosa da cui proteggere il bambino. Il fatto di sperimentare qualche frustrazione invece non fa male: sbagliare è spesso il modo migliore per imparare. L’importante poi è rialzarsi, con l’aiuto di papà e mamma che hanno fiducia nel destino dei propri ragazzi e anche nel proprio. I bravi genitori non sono quelli perfetti (la perfezione non esiste), ma quelli consapevoli dei propri pensieri, emozioni e comportamenti.

 

6 Insegnare le regole e i limiti –  L’educazione deve essere fatta anche di sì e di no assoluti, poche fondamentali regole che riassumono i valori che vogliamo tramandare e che costituiscono i principi salva vita. Questi punti fermi suscitano spesso ribellione nei giovani, ma saper resistere agli assalti libertari dei figli è prova di amore. Comunica ai ragazzi l’idea che ci prendiamo cura di loro, che siamo disposti a battagliare per il loro bene e che crediamo in quello che insegniamo. In più, il no è una forma di separazione dal figlio e resistere dà prova di non temere questo distacco. Serve quindi anche a riconoscere, in ultima analisi, l’autonomia del giovane. Saper restare fermi in qualche fondamentale no evita di far crescere dei ragazzi narcisisti, che si trasformeranno in adulti tirannici, fragili e infelici.

Conferenza La meditazione per il Risveglio del Sè, allo YogaFestival 18 ottobre 2019

VENERDÌ’ L’INGRESSO ALLO YOGAFESTIVAL È GRATUITO
LOCATION: Palazzo del Ghiaccio – Via Piranesi 14, Milano

Ci si può lasciar andare alla vita e smettere di controllarla? Si può vivere senza esser dominati dalle emozioni negative? Lasciarsi andare alla vita, all’esperienza della vita stessa, con fiducia e senza paura. Le emozioni creano con le loro vibrazioni la realtà. Per accogliere il divenire bisogna sollevarsi e liberarsi dei pesi del passato e allora il passo sarà leggero. La meditazione è uno dei veicoli per la trasformazione personale.

INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI.

  • 7 - Conferenza La meditazione per il Risveglio del Sè, allo YogaFestival 18 ottobre 2019

Conferenza Fiera di Faenza, domenica 15 settembre 2019

Fiera faenza settembre 2019 495x640 - Conferenza Fiera di Faenza, domenica 15 settembre 2019

La Meditazione al Risveglio del Sè

Come si può lasciare andare e smettere di controllare la vita? E’ possibile vivere senza essere dominati dalle emozioni negative?

Come si può lasciare andare e smettere di controllare la vita? E’ possibile vivere senza essere dominati dalle emozioni negative? Il Risveglio nasce quando si diventa consapevoli della propria limitatezza e spesso accade con un momento di oscurità. La mente ostacola cercando di dominare la FORMA e separa respingendo le vibrazioni del cuore. La sofferenza è creata dal non vedere le cose per come sono. Rimanere in osservazione, senza nascondersi alla verità. La sofferenza c’è ma non è dentro di noi.

Cosa vuole la mente? La mente è dominata dal desiderio e dall’acquisizione di cose tangibili e il corpo fisico ne è influenzato (affari, piacere e agitazione).

Come si interrompere questo ciclo infinito? 1) Si impara a discernere (seminari sullo sviluppo del sè, Il Risveglio del Sé; 2), distinguere l’illusione dalla realtà, il Sé dal non Sè e i piani inferiori; 3) L’uomo sceglie il VERO scorge la verità e non la realtà. La mente è diventata strumento perché serve lo Scopo. La mente viene sostituita dall’amore; 3) La mente separa l’amore unisce, la mente spezza e distrugge, mentre l’amore produce coesione e guarisce.

Il compito dell’essere umano è di rendere la propria mente negativa ricettiva all’anima, in ciò sta la Retta azione.

La Meditazione crea unione tra la personalità e l’anima. Nella M. si sviluppa il discernimento e il distacco e si crea allineamento tra i corpi, mentale emozionale e fisico. Si sviluppa la liberazione della forma e l’energia si direziona con la volontà. Mirate alla regolarità e pronunciate la parola sacra OM.