Il viaggio, è quel filo comune che lega la nostra storia

Articolo tratto dalla Conferenza del 1 maggio 2016 Come uscire dagli schemi dolorosi, dalle ripetizioni apparentemente casuali della nostra vita”, disponibile su YouTube.

Monica Massa Shreya

La nostra anima è eterna e quindi non è solo di questo tempo, incarniamo, ovviamente la nostra anima, il nostro corpo incarna la nostra anima, ma il nostro tempo è ben di più di quello che cronologicamente appartiene a questa Terra. C’è stato un altro tempo, dove noi eravamo in cielo, siamo stati tutti in cielo, e abbiamo deciso di tornare sulla Terra, quindi a compiere questo cammino denominato evolutivo.

Quindi il messaggio è di iniziare a comprendere e vedere le difficoltà che noi viviamo, che noi incontriamo, in questa nostra vita, ora, ieri, l’altro ieri, un anno fa, come momenti di crisi, come situazioni faticose, le stesse perdite, i cambiamenti, tutti quegli eventi considerati nella realtà degli stressor e degli eventi critici, quelli significativi della nostra vita, come “percorsi scelti in un altro tempo”.
Questo v’inviterà subito a domandarvi: “Perché mai avrei dovuto fare questo bellissimo atto di regalarmi queste fatiche, queste difficoltà?”. Per evolvere! Quindi, solo quando qualcosa dalla realtà impatta contro di noi, ci sembra “contro”, in realtà viene “verso di noi” e solo allora solitamente noi iniziamo a vedere qual è la nostra difficoltà, quali sono i nostri temi evolutivi in questo viaggio in Terra. Dalle nostre reazioni Emozionali inizieremo a vedere qual è la nostra difficoltà, e da lì parte il nostro cambiamento, che è una parte del processo evolutivo, cioè inizio a vedere gli aspetti su cui faccio fatica, che si ripetono, perché c’è un ripetersi degli eventi, c’è una ripetersi di un certo tema.
Diverse persone in studio mi pongono l’accento sul “Non riesco a trovare il modo per slegarmi emozionalmente”, non mentalmente, ma emozionalmente, perché mentalmente si possono fare dei passaggi importanti, ma se non si slega la parte emozionale il vero passaggio, la vera trasformazione, non avviene.
Non si arriva a destinazione gratuitamente, accettate che ci siano una fatica e una sofferenza. Divengono necessarie al cambiamento la vostra Intenzione e la vostra motivazione.
Nel ripetersi delle difficoltà e delle avversità è il momento di cercare quel filo comune, che lega tali esperienze a una sola storia, la vostra.
Che cosa significa? Significa che ci sono dei passaggi e sono sempre più ravvicinati, e questo è il periodo, a differenza del passato, da una decina o anche di più, accade tutto più velocemente e presumo, ve ne siate accorti. I movimenti interiori sono sempre più rapidi, sono sempre più impattanti, sono sempre più pressanti. E’ come se ci trovassimo sempre più frequentemente, davanti al “ripetersi” di quell’esperienza, quella in cui cerchiamo il modo di superare, di cambiare di far sì che non si ripeta più.
Abbiamo addosso la sensazione di non riuscire a risolverla, perché in realtà appartiene ai nostri apprendimenti e ai nostri condizionamenti. Noi non siamo, sostanzialmente, liberi, pochissimo, direi. E non parlo di libertà nel “fare”, ma di una libertà di “essere” rispetto alle convenzioni, rispetto alla società, rispetto alle regole, che è anche giusto che ci siano. È un sistema in cui le regole sociali tutelano anche il vivere comune. Fossimo evoluti, saremmo esseri capaci di vivere come s’interagisce nelle comunità, sempre con delle regole, ma vissute dal punto di vista del Bene comune, dell’amore disinteressato, in cui c’è il Rispetto l’uno dell’altro, in cui i beni materiali, delle persone stesse, sarebbero condivisi, senza l’attaccamento a oggi ancora presente. La società di oggi rimane ancora sostanzialmente, in una fase di crescita e di evoluzione.
Ritornando alle avversità esse sono create per mostrarci qualcosa; non sono messe lì proprio per caso. Nulla è casuale, davvero nulla.
Non dobbiamo divenire ossessivi nel controllare ogni singolo dettaglio, il significato di ogni evento e di ogni informazione non devono essere puntualmente tradotte, ma ciò che c’è di espressivo nella nostra vita di persone, di fatti, o di eventi, sì!
Le avversità ci dicono qualcosa, stanno cercando di avvisarci, su cosa? L’avete visto, l’avete già tradotto? A cosa si riferisce di voi?
Se non vi è ancora chiaro, impariamo a leggerla insieme “quell’avversità” e il suo significato nella vostra vita. Concernerà qualcosa, da cui sto cercando di sfuggire, o sarà riguardo a qualcosa che desidero, che voglia cambiare, accade o non accade ancora?
O sarà ancora su qualcosa che non sono ancora riuscito completamente ad affrontare. Sappiate però, che le avversità si ridurranno, man mano che procederete nell’evolvervi, perché il vostro livello di attaccamento a quell’esperienza si ridurrà. Pian piano vi distaccherete dall’esperienza disturbante. Infatti, “quando vi sottrarrete al dramma, distanziandotene, contribuirete al completamento di quel tema”.
Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno è capace di trasformare gli apprendimenti emozionali appresi, quando eravate piccoli, dalle figure genitoriali, se il vostro obiettivo rimane il volerli trasformare, dovrete iniziare a vedere questi meccanismi, iniziate a vedere quale persona siete, vedete da che cosa siete attivati. Domandatevi perché vi mettete “sempre” in certe situazioni? Perché non riuscite a uscirne?
Osservate come vi muovete? Vi muovete nel solito modo o in un modo diverso? Riuscite a fare diversamente dalle volte precedenti, o vi ripetete sempre ugualmente? Perché se non cambia, la realtà esterna significa che la ripetizione è dentro di voi.

La mia realtà esterna corrisponde alla realtà interna.
Quando internamente sarete cambiati, la vostra realtà esterna si manifesterà a voi, diversamente. Osservate se nella vostra esperienza vi è questa conferma.
Quando si è coinvolti emozionalmente in quel risultato, si rimane intrappolati. Ad esempio, se si dice “Io voglio quella persona lì, perché ne ho bisogno, e si continua ad attirare quell’energia lì. Quale che sia la forma maschile o femminile che l’incarna”.
Il processo continua a ripetersi, perché si è intrappolati in quella forma energetica, ad esempio di un maschile assente, o aggressivo, o trascurante; oppure di un femminile non accudente o svilente o passivo.


Osservate quale che sia la forma energetica perpetuata e la richiesta d’amore, all’altro. Quale sarà l’elemento che metterà in atto la vera trasformazione? Sarà il momento in cui imparerete a “sentire” di meritare rispetto e amore. Ovviamente siamo tutti diversi.
Di recente, un paziente affermò, durante una seduta, “Ho deciso di rivoluzionare la mia casa. In pratica, ho riordinato, ho buttato via tutto, anche le cose che avevo lì da anni”. Aveva voglia di alleggerirsi, anche simbolicamente ovviamente. Era un suo passaggio. Voleva “fare spazio”, legittimarsi, dentro di sé. Pensate, tra l’altro, a quante cose riempiono la vostra casa, i vostri spazi, e anche se questi oggetti sono rappresentativi della vostra interiorità. A parte poi, doversene occupare, pulire, sistemare, che non è cosa da poco, questi ci tengono, comunque legati. Se poi vi domandaste, quali siano le cose e gli oggetti cui siate veramente legati, attaccati? Saranno sicuramente delle rappresentazioni di voi. Quante sono? Sono poche o tante, secondo voi?


Non viviamo in un luogo, dove gli oggetti, definiscono chi siamo. Nulla, se non noi, dovrebbe definire chi siamo. Staccarsi dalle cose di cui non abbiamo bisogno, diviene una delle forme di pulizia energetica. Ci sono dei passaggi della vita, in cui ci allontaniamo da certe persone, momenti in cui non abbiamo più voglia di stare in certi ambienti perché è cambiata la nostra energia. Il cambiamento può essere legato anche al cibo, al luogo di vita, a chi c’è accanto, appartiene a Noi. Io ho adottato tempo fa, questa parola che mi piace tantissimo, con le mie care amiche Anna e Cristina, compagne nei nostri viaggi spirituali in India, da diversi anni, noi ormai si parla delle famiglie spirituali. Da intendersi nel senso, non solo di essere in una forma biologica, ossia “Sono figlia di…, sono madre di…, sono padre, fratello, marito, amico, sorella…”, ma un passaggio di appartenenza, di cammino e di condivisione, avere vicino a voi, le famiglie spirituali, formate da chi è nel vostro cuore.


Dove mi sta nel cuore il loro Bene, il loro cammino evolutivo, fatto di passaggi, di fratellanza, no?
Sempre più frequentemente, si ha la necessità di non sentirsi soli. Non lo siete, mai. Sentitevi uniti nell’Amore del Cielo, sentitevi accolti e amati, sorridere alla vita. Il nostro è un cammino insieme in Terra, cari fratelli e sorelle. Uno sguardo, un abbraccio. Sono abituata ad abbracciare quasi tutti, l’ho imparato dalla mia Maestra spirituale, lei abbraccia sempre, tutti.
Magari è solo un tragitto. Magari è un giorno, magari è un’ora, magari è un anno, o per dieci anni, chissà? Ma è di cuore, è per il Bene dell’altro, per me e per il bene dell’altro.